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In punta di strada – X capitolo
Capitoli I – Capitolo II – Capitolo III – Capitolo IV – Capitolo V – Capitolo VI – Capitolo VII – Capitolo VIII – Capitolo IX
In punta di strada – X capitolo
Nei capitoli precedenti
Nel cuore di un’estate fatta di sogni e confidenze, Annabelle scopre il sapore dolce e incerto dell’adolescenza. Tra giornate afose e notti cariche di pensieri, si muove in equilibrio tra un mondo che la chiama a crescere e un altro che cerca di trattenerla ancora bambina.
Nei primi capitoli impariamo a conoscere la sua sensibilità, la sua timidezza, il rapporto burrascoso ma profondo con il padre, e soprattutto la nascita di un sentimento nuovo: quello per Franco, il ragazzo che con uno sguardo riesce a sciogliere i nodi che Annabelle porta dentro.
Cresce così, passo dopo passo, tra le paure che bloccano e i sorrisi che liberano. Accanto a lei, la fidata Serena, confidente e spalla insostituibile, e un gruppo di amici che rappresenta un’oasi di normalità e calore.
Capitolo dopo capitolo, le prime uscite, gli scontri generazionali, i messaggi mai inviati e i silenzi colmi di significato disegnano il ritratto di una giovane donna che inizia a scoprire la propria voce. Tra un litigio col padre, un abbraccio inaspettato, una notte passata a scrivere pensieri e una spiaggia illuminata dalla luna, Annabelle si avvicina sempre più a se stessa.
Fino a quel momento che segna un punto di svolta: un bacio.
Un istante fragile e potente, che apre la porta a nuove consapevolezze.
Il Capitolo 10 ci porta proprio lì, dove le emozioni non hanno più paura di mostrarsi. Dove tutto può finalmente iniziare.
Capitolo 10
Si alzarono di scatto, allontanandosi controvoglia; l’aria intrisa di imbarazzo avvolse i due ragazzi.
Annabelle si allontanò leggermente, ancora con le guance rosse, ed estraendo il cellulare dalla borsa non rimase stupita nel vedere che il mittente di quella chiamata fosse il padre.
«Ehi papà.»
Ricordò solo dopo che un’ora era passata abbondantemente e che lei avesse dimenticato di chiamarlo.
«Non capisci che devi mantenere i patti?
Ti ho detto di chiamarmi e tu devi farlo!»
La sua voce, carica di rabbia, il tono alto e rabbioso, la fecero tremare, bloccandole totalmente la saliva in gola; il respiro accelerato e l’ansia l’avvolsero totalmente.
«Annabelle, non prendermi in giro; ti ho concesso già troppo.»
D’un tratto sentì le sue dita intrecciarsi ad altre; un calore pervase il suo corpo e in un istante ogni traccia di oscurità scomparve, lasciando posto alla luce che in quel momento Franco le stava donando.
Alzò leggermente lo sguardo sulla sua figura e i loro occhi si incastrarono nuovamente; le rivolse un sorriso rassicurante e finalmente trovò la forza per rispondere a suo padre.
«Papà, non ti sto prendendo in giro. Hai ragione, scusami tanto, stavamo camminando sulla sabbia, chiacchierando allegramente, e non ho fatto caso al tempo. Va tutto bene comunque e scusami, ti assicuro che tra un’ora esatta ti richiamerò.»
Seguì un lungo silenzio, poi un sospiro frustrato e nervoso.
«D’accordo. Ma non farmelo ripetere: è l’ultima occasione. Ed ovviamente voglio che mi chiami quando rientrate, in presenza di Marco.»
«Va bene papà, grazie.»
Una volta terminata la chiamata, le loro mani erano ancora strette l’una all’altra; incapaci di lasciarsi andare, stettero a guardarsi in quella posizione ancora per minuti che sembrarono interminabili.
«Anny…»
Le guance, più rosse di prima, il cuore accelerato ed il petto martellante ritornarono a farle visita, togliendole ogni possibilità di respiro ed impedendole di rispondergli, ma rimase a guardarlo intensamente.
«Tutto bene?»
La sua voce era come una sinfonia ipnotizzante.
«Mi farai preoccupare di questo passo… non che non adori restare a guardarti, però vorrei ascoltare anche la tua voce, sai?»
Sorrise profondamente, trovando poi la forza di rispondergli.
«S-sì, tutto bene; sai, papà è un po’ apprensivo. Considera che questa è la prima serata in cui dormo fuori casa… Quindi è abbastanza nervoso.»
«Davvero? Beh, della sua apprensione mi ero accorto… quando vorrai parlarmene sarò qui.»
Ad un tratto si sentì avvolgere tra due braccia; Franco la strinse così forte, e al contempo così delicatamente, che rimase inerme.
Alzò delicatamente lo sguardo e lo fissò intensamente; poi si fece coraggio e si sporse per baciarlo.
Egli rimase con gli occhi spalancati, ma qualche secondo dopo ricambiò.
I minuti successivi passarono tra teneri e pieni baci, concludendosi con un altro abbraccio.
Serena richiamò l’attenzione sulla sua amica, proponendole l’idea di un ultimo giro sulla spiaggia con il conseguente ritorno delle due a casa; Annabelle annuì contenta e l’ora successiva la passò così: per mano con Franco, mentre tutti ridevano e scherzavano.
Successivamente si fermò qualche minuto, allontanandosi da tutti, e telefonò a suo padre, avvisandolo che la serata si stava concludendo e che erano in attesa di Marco per il ritorno.
Una volta terminata la chiamata, salutò tutti, allontanandosi a qualche metro di distanza, sola con Franco.
«Sono stata davvero bene.»
Disse lei, sorridendo timidamente.
«Anche io, Anny, davvero.
La prossima volta saremo solo noi, te lo prometto. E potrai parlarmi di tutto ciò che vorrai.»
Le sue guance si tinsero nuovamente di rosa. Egli si sporse per darle un casto bacio a fior di labbra e si diresse a salutare il resto del gruppo.
Poco dopo Marco arrivò al parcheggio iniziale, in attesa delle due, che subito salirono a bordo, riservando un ultimo saluto a tutti i presenti, e partirono per il fantastico pigiama party in programma.
«Allora ragazze… vi siete divertite? Annabelle, tesoro, tutto bene?»
«Sì, grazie mille Marco. Devo chiederti un favore: dovrei chiamare papà una volta arrivati e passartelo… sai com’è…»
«Nessun problema, tesoro, davvero.»
Sorrise e, cantando a squarciagola, il viaggio proseguì serenamente.
Una volta arrivati e rientrati nella confortevole casetta, chiamò subito il padre, intenta il più possibile a togliersi quel peso da dosso.
«Pronto, papà…»
«Dimmi.»
«Siamo a casa di Serena… ti passo subito Marco.»
«D’accordo.»
I due parlarono per un’eternità; intanto le due ragazze si stavano organizzando in cucina con le schifezze, pronte per una serata di pura frenesia.
Una volta terminato il discorso tra i due, salutò suo padre e Marco e si diresse con la sua amica al piano superiore, felice e contenta come non mai.
La serata proseguì tra gossip, canzoni, giochi e varie cose, terminando con un abbraccio tra le due e il conseguente momento della buonanotte.
Annabelle si coprì fin sopra la testa e, guardando un punto indefinito del lenzuolo, cominciò a pensare a quanto fosse davvero felice di quella boccata d’aria; se lo meritava. La sua mente pensò a come Franco l’avesse baciata, alla serata trascorsa serenamente e a quanto fosse fortunata ad avere tutto ciò: un qualcosa di bello, tutto suo.
Con questa consapevolezza chiuse lentamente gli occhi e si addormentò in un sonno sereno e profondo, pronta ad affrontare la giornata successiva…