Sinner è tornato. E l’Italia si alza in piedi per il suo campione

Sinner è tornato. E con lui il senso più vero dello sport.
Dopo mesi di attesa e accuse ingiuste, il numero 1 al mondo torna a Roma per gli Internazionali. Il suo arrivo non è solo cronaca: è un messaggio potente.
Abbiamo raccontato questa pagina con le parole di chi ama lo sport come ama la verità.

Sinner è tornato. E l’Italia si alza in piedi per il suo campione

Sinner è tornato. E l’Italia si alza in piedi per il suo campione

“Il talento ti fa vincere una partita. L’onestà ti fa amare per sempre.”
— dedicato a Jannik Sinner

Ha gli occhi limpidi, Jannik. Limpidi come la neve da cui proviene. Non mente, non urla, non si giustifica. Semplicemente esiste. E questo basta per far tremare il Foro Italico.

Poco dopo le 14, il volo privato proveniente da Nizza ha toccato il suolo romano. Il numero 1 del mondo è tornato nella capitale. Semplice nel suo abbigliamento — felpa bianca, pantaloni neri — ma con un’aura addosso che solo i grandi, quelli veri, si portano dietro. Quelli che non si difendono con le chiacchiere, ma rispondono con il silenzio e il lavoro.

Diciamolo senza giri di parole: Sinner non deve dimostrare nulla a nessuno. Chi ha parlato di Clostebol ha gettato fango senza conoscere né la sostanza, né l’uomo. Ma Sinner, come tutti i campioni onesti, ha abbassato la testa e ha continuato ad allenarsi. Non ha risposto con rabbia. Ha lasciato parlare il tempo, la giustizia, la coscienza pulita.

E adesso Roma lo accoglie come merita. Non con clamore da gossip, ma con il rispetto che si deve a chi ha saputo attraversare la tempesta senza perdere la rotta.

Lunedì parlerà in conferenza stampa. Alle 16, davanti ai giornalisti. Ma chi lo ama davvero non aspetta le parole. Aspetta il primo rovescio, il primo passante, il primo sguardo al cielo. Perché quello è il linguaggio di Jannik.

Alle 19, il primo allenamento sul Centrale contro il ceco Lehecka. Già esaurito. Sold out. Come se fosse una finale. E in fondo, lo è. Perché ogni ritorno da un’ingiustizia è una vittoria. Ogni volta che uno sportivo rientra con la schiena dritta è un po’ come alzare un trofeo invisibile.

Il tabellone verrà sorteggiato domani, alla Fontana di Trevi. E Sinner scoprirà il suo cammino. Il pubblico, invece, lo conosce già. Sa che da venerdì o sabato si tornerà a tifare per il campione che non si è mai arreso, nemmeno quando l’onda del sospetto ha cercato di travolgerlo.

Roma lo accoglie. L’Italia lo ama. E noi, che di solito raccontiamo storie di cucina, olio e vino, oggi lasciamo il campo a un’altra eccellenza. Un simbolo. Un orgoglio. Un esempio.

Benvenuto, Jannik. Non ci sei mai davvero mancato. Perché chi resta integro, resta sempre con noi.