L’uovo nell’arte

Un viaggio simbolico e visivo attraverso la presenza dell’uovo nell’arte, da Piero della Francesca a Dalì, fino a Jeff Koons. Simbolo di rinascita.

L’uovo nell’arte

L’uovo nell’arte

Aprile, tempo di Pasqua. Con l’arrivo di questa importante festa cristiana, il pensiero va immediatamente alle uova, sode da consumare durante il pranzo pasquale o di cioccolato da regalare e scartare per cercare le sorprese. Ma l’uovo è un elemento importante anche nell’arte, con il suo simbolismo di rinascita che va molto indietro nei tempi, sin dalle più antiche civiltà, ancor prima del cristianesimo. E così vi propongo un viaggio attraverso le presenze più significative dell’uovo in secoli di arte di tutto il mondo.

Già in Fenicia – corrispondente grosso modo all’odierno Libano e parte di Siria e Palestina – e in Egitto, si usava decorare uova di struzzo e usarle come boccali rituali. E in Grecia si producevano splendidi vasi di forma ovoidale con le tipiche decorazioni rosso/nere rinvenuti, nel corso di scavi archeologici, in corredi funerari. In diverse culture le uova vengono sepolte nei terreni per proteggerne la fertilità. E hanno anche funzione protettiva della vita e dalla carestia, motivo per il quale vengono usate como dono o decorazione per la casa. Già duemila anni fa, in Ucraina era presente la tradizione di decorare le uova con una tecnica particolare che prevede l’uso di cera d’api e coloranti naturali. Nascevano e nascono, tuttora, le Pysanky, le uova decorate finemente con la cera e immerse in coloranti, in strati successivi, per poi eliminare la cera rivelando i disegni. Linee geometriche, ma pure elementi naturalistici, stelle, soli ed altri motivi compongono l’impianto di questi splendidi esempi di cultura e tradizione dell’est Europa. Una tradizione talmente importante e radicata che, nella città ucraina di Kolomyia, negli anni 80 è stato fondato il Museo delle uova di Pasqua, contenente migliaia di esemplari locali e provenienti anche da nazioni confinanti e da altre dove l’usanza si è diffusa importata dalla maestria di artigiani emigrati con la diaspora. In questo viaggio non possiamo certo dimenticare la presenza della figura uovo in tanti capolavori dei più grandi maestri dell’arte.

Creazioni e artisti

Basti pensare all’uovo di struzzo che pende sul capo della Madonna nella Pala di Brera di Piero della Francesca, che simboleggia la Creazione e, al tempo stesso, dona profondità allo spazio architettonico della composizione. E non dimentichiamo l’usanza di raffigurare la Maddalena con un uovo in mano, dovuta alla leggenda secondo la quale Maria di Magdala, dopo la morte di Gesù, si recò ad un banchetto dell’imperatore Tiberio e, tenendo un uovo in mano, ne annunciò la resurrezione. Tiberio la schernì affermando che l’eventualità che Gesù risorgesse era probabile quanto che l’uovo si tingesse di rosso, cosa che immediatamente accadde. Uno splendido esempio lo abbiamo con il dipinto del preraffaellita Dante Gabriel Rossetti. Potremmo citare, poi, La vecchia che cucina le uova di Diego Velazquez o La danza dell’uovo di Pieter Bruegel per arrivare, nel XIX secolo, alla Natura morta con pane e uova di Cézanne. E come dimenticare le lussuose, opulente e geniali uova dell’orafo russo Fabergé? Le sue creazioni per lo zar Alessandro III sono le antesignane preziose delle uova con sorpresa e, ormai, pezzi da museo custoditi a San Pietroburgo. Nel XX secolo, i maggiori artisti che hanno reso protagonista l’uovo sono certamente Magritte, nelle cui opere è spesso presente con un senso di attesa e di promessa, e Dalì che lo rappresenta nel geniale e visionario La metamorfosi di Narciso trasfigurando il personaggio mitologico in un uovo, sorretto da una mano, da cui spunta un fiore di narciso. E addirittura lo pone, in misure gigantesche, sul teatro/museo di Figueres, sua città natale, che custodisce un immenso patrimonio delle sue opere. Per citare un artista a noi contemporaneo, arriviamo alle uova giganti dell’americano Jeff Koons, molto noto per gossip e provocazioni, ma certamente parte anche lui di questo inesauribile flusso d’arte che ha visto protagonista l’uovo. Ora, quando sgusceremo le nostre uova durante il pranzo pasquale, non potremo certo definirci degli artisti, ma saremo più consci di quanto questo simbolo eterno di rinascita abbia sempre accompagnato l’essere umano fin dagli albori della sua storia.

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