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La foresta invisibile
La foresta invisibile
Il viaggio che voglio invitarvi a compiere questo mese ci porta a conoscere la storia di un uomo che ha saputo mettere a frutto le proprie competenze per migliorare l’ambiente e la vita delle popolazioni ad esso connesse. Una storia che unisce dedizione, cambiamento, sostenibilità ambientale e spiritualità, quella di Tony Rinaudo. Rinaudo è un agronomo australiano che, fin da piccolo sentiva un profondo amore per la natura e per la terra e il forte desiderio di aiutare il prossimo. Crescendo, decise di studiare per diventare agronomo e missionario laico, mosso da un fervido sentimento religioso. Queste sue inclinazioni lo portarono ad essere inviato in missione in una delle zone più povere del mondo, lo stato africano del Niger, posto nel territorio del Sahel, sempre più minacciato dall’avanzata del deserto del Sahara. La zona, deforestata per esigenze economiche di una crescente popolazione e a causa delle coltivazioni intensive di tipo industriale, si era desertificata sempre più. Giunto lì nel 1981, per due anni aveva tentato invano di piantare nuovi alberi e farli crescere, ma senza successo. Le piante morivano per l’aridità del suolo o mangiate dal bestiame. Ma ecco che, all’improvviso, avvenne il miracolo. Un giorno, fermatosi a sgonfiare le ruote del suo pick-up per affrontare meglio le asperità del terreno, iniziò a pregare Dio di mandargli un segno affinché potesse capire dove stava sbagliando e come rimediare. Fu allora che notò intorno a sé dei piccoli cespugli, sparsi in mezzo al deserto. Osservandoli meglio e scavando intorno, notò che non si trattava di arbusti, ma di polloni che uscivano da ceppaie. Ciò che restava di quegli alberi indiscriminatamente – e scriteriatamente – tagliati, aveva creato dei nuovi rami. Sotto al deserto giaceva dormiente quella che lui definì una foresta sotterranea! Chilometri di radici reticolate nel sottosuolo avevano in sé il germe di un’intera, sconfinata ” foresta invisibile”. Dopo che gli occidentali (sempre loro) avevano distrutto l’ambiente locale per coltivare in modo intensivo i prodotti a loro utili, distruggendo metodi antichi e più validi di coltivazione e impoverendo il suolo e i popoli, si poteva invertire la rotta senza bisogno di investimenti milionari, di approvazioni politiche o di anni di inutili fatiche. Fondò il metodo FMNR, la rigenerazione naturale gestita dagli agricoltori. Era più semplice far ricrescere piante già esistenti che piantarne di nuove. Insegnò alle popolazioni locali come proteggere e gestire i germogli, potandoli e scegliendo solo quelli più forti da far crescere. Così gli agricoltori locali divennero protagonisti di questa rivoluzione e artefici del miglioramento della propria vita. Da allora 240 milioni di nuovi alberi sono cresciuti in Niger e il territorio è visibilmente cambiato da desertico a verde. Quest’uomo pieno di coraggio, di fede e di amore per l’ambiente e per gli altri, è riuscito dove molti, pur con risorse ingenti, falliscono: a costruire davvero il cambiamento. La terra rigenerata ha prodotto nuove zone umide, fertilità del suolo, risorse economiche e alimentari per i popoli locali e per il bestiame e maggiore biodiversità. Questo progetto si è espanso in altre nazioni africane, nonché in Asia e Sudamerica, creando ovunque miglioramenti di vita sensibili. Un esempio concreto di cambiamento che viene dal basso, dai popoli, e non concesso dall’alto, da governi o politica. Un metodo che consente di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, rendere la terra più fertile, fornire medicine naturali e permettere colture e allevamenti più sostenibili. Basti pensare che l’Etiopia, ad esempio, in soli sei anni di applicazione del metodo, è riuscita a far diminuire le temperature, a non subire più frane ed alluvioni e a produrre un tale quantitativo di cereali da poterli esportare creando profitto. Rinaudo è stato insignito nel 2018 del Right Livelihood Award, una sorta di Nobel alternativo focalizzato su tematiche ambientali e diritti umani. Oggi la sua storia si può leggere nel libro La foresta invisibile, che ci racconta come i più grandi cambiamenti avvengano nella mente dell’uomo. Cambiando mentalità si può davvero cambiare il mondo intorno a noi. E scegliere il Bene, produce altro Bene, in un processo virtuoso che migliora le vite di ognuno di noi.