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Bellone e Nero Buono, tesori tra Roma e Latina
Bellone e Nero Buono, tesori tra Roma e Latina
Nel cuore del Lazio che sa di vento e memoria
Ogni calice racconta un paesaggio. Ogni sorso è una strada che si apre tra i filari, tra storie antiche e mani moderne. In questa terza tappa del nostro viaggio tra i Vini del Lazio, lascio le colline ciociare per addentrarmi in un territorio che vibra tra la forza della terra e la carezza del mare: là dove Roma si apre verso Latina, e i vitigni Bellone e Nero Buono tornano a vivere con fierezza.
Non avrei potuto farlo senza una guida, un uomo che il vino lo vive con sensibilità e attenzione. Daniele Attini, con la sua Enoteca Mida a Ferentino, non si limita a selezionare bottiglie. Custodisce storie. Intesse legami tra chi coltiva e chi degusta, tra chi sogna e chi sa riconoscere la bellezza nel calice. La sua passione per il territorio è autentica, generosa. I tour degustativi che organizza – nella sua enoteca o tra le vigne delle aziende che rappresenta – sono incontri profondi, momenti in cui il vino diventa emozione condivisa.
Tra le tante meraviglie che mi ha fatto scoprire, due in particolare mi hanno toccata nel profondo, lasciandomi un sorriso pieno e persistente, come un grande vino sa fare: il Bellone di Casale del Giglio e il Nero Buono di Marco Carpineti.
Bellone: il bianco antico che parla il linguaggio del mare
Il Bellone, chiamato anche Cacchione, è un vitigno che sa di sale, luce e memoria. Coltivato tra Anzio, Nettuno e i Castelli Romani, affonda le radici in una terra sabbiosa che accoglie e restituisce il respiro del Mediterraneo.
Nel calice firmato Casale del Giglio, una delle realtà più attente e visionarie del Lazio, questo vino si rivela con grazia.
- Colore: giallo paglierino brillante, sfiorato da riflessi dorati che ricordano il sole al tramonto.
- Olfatto: si apre con note di frutta tropicale e agrumi, prosegue con sentori di fiori bianchi e chiude su una carezza minerale, che parla di mare.
- Gusto: è fresco, sapido, avvolgente, con una struttura gentile e una persistenza che accompagna con eleganza.
- Grado alcolico: 13%
Perfetto con crudi di mare, risotti delicati, pesce azzurro marinato, ma anche con formaggi freschi e piatti vegetali che dialogano con la sua luminosità.
Nero Buono: il rosso che la terra ha restituito al futuro
Il Nero Buono di Cori ha una storia silenziosa e fiera. Era quasi scomparso, eppure qualcuno ha saputo ascoltarne il richiamo antico. Quel qualcuno è Marco Carpineti, vignaiolo visionario e custode di biodiversità.
Con l’etichetta Nzù, vinificata in anfora, regala al palato e all’anima un vino che sa di terra viva.
- Colore: rosso rubino intenso, vibrante.
- Olfatto: avvolge con profumi di frutti rossi maturi, spezie dolci, erbe mediterranee e una nota di terra bagnata che emoziona.
- Gusto: è pieno, rotondo, vellutato, con tannini morbidi e una freschezza balsamica che lo rende sorprendentemente equilibrato.
- Grado alcolico: 13,5%
Amico di carni rosse, formaggi a pasta dura, arrosti aromatici, ma anche ideale con piatti che parlano romano, come la trippa, la coratella, la coda alla vaccinara. È un vino che accoglie e racconta.
Due cantine da incontrare. Una enoteca da vivere.
Casale del Giglio guarda avanti con il rispetto delle radici. Fondata nel 1967, ha saputo valorizzare il Bellone senza snaturarlo, regalando al Lazio un bianco riconoscibile, sincero, moderno.
Marco Carpineti, invece, ha scelto la via della terra, del tempo lento, della cura. I suoi vini, frutto di agricoltura biologica e biodinamica, parlano di un legame intimo con l’ambiente. Il Nero Buono è forse la voce più bella di questa poesia.
E poi c’è Cantine Mida. Più che un’enoteca, un salotto del vino. Un luogo dove ascoltare, condividere, scoprire. Dove Daniele Attini accoglie con passione e organizza esperienze che restano: degustazioni guidate, incontri con i produttori, viaggi dentro il calice e oltre.
Lasciatevi guidare dal vino. E da chi lo ama davvero.
Il Bellone e il Nero Buono non sono solo due vitigni. Sono due modi di raccontare il Lazio. Sono due inviti.
Vi invito a berli. A visitarli. A lasciarvi condurre – magari proprio da Daniele – tra le vigne, le botti, i silenzi pieni che solo le cantine sanno regalare.
Perché il vino, se ascoltato con il cuore, diventa emozione. E le emozioni, si sa, non si dimenticano.
Alla prossima tappa del nostro viaggio. Il vino è solo l’inizio.