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Ristorante Frescobaldi
Ristorante Frescobaldi
Voi avete l’orologio noi il tempo
“Come sempre, nel dormiveglia, Arthur Dent fu assalito dal ricordo di dove fosse e si svegliò con un grido d’orrore. Così come sempre cominciò la sua giornata.
Il problema non era tanto il freddo, l’umidità, il cattivo odore della caverna. Il problema era che la caverna si trovava nel centro di Islington, e che prima di due milioni di anni non sarebbe passato nessun autobus”. D. Adams
Essere significa avere tempo. Eppure, abbiamo continuamente la sensazione di non averlo. Ma che cos’è, allora, questo bene di cui lamentiamo la mancanza? Forse è il tempo di qualità. E come trovarlo? La nostra civiltà, sostiene Pascal Chabot, vive sotto quattro regimi temporali che si scontrano: Fato (imperativo biologico della vita fino alla morte), Progresso (imperativo del futuro), Ipertempo (tirannia del presente e tecnocapitalismo: il tempo è ovunque e da nessuna parte) e Scadenza (conto alla rovescia verso la catastrofe ecologica).
Prima d’ora mai si è sperimentato l’antagonismo di tante concezioni incompatibili del tempo, che il più delle volte si uniscono contro di noi e che dobbiamo tuttavia conciliare per affrontare la quotidianità. Perché l’atteggiamento che assumiamo nei confronti del tempo ha un impatto profondo sulle nostre vite: navighiamo tra nostalgia del passato, dipendenza dal presente e speranza per il domani. Ma quale temporalità dovrebbe essere preferita? La sfida è costruire una saggezza del tempo commisurata all’attualità.
Con la Guida Enogastronomica per Autostoppisti si cerca di apprezzare il momento, cercando di viverlo al meglio, senza troppi programmi per il futuro, che riserva quasi sempre cambiamenti. Si impara a dire di no, e a far presente con decisione le proprie opinioni. Finalmente si ha il coraggio di scegliere, solo le persone con cui si vuole instaurare un rapporto, eliminando, quella zavorra di individui inutili, incontrati nel Tempo.
Un Tempo, una Piazza, un Racconto. Questo è il Ristorante Frescobaldi a Firenze. La vista toglie il fiato e spalanca i sogni: Piazza della Signoria è davanti a noi in tutta la sua beltà, intorno si respira storia e noi ascoltiamo il bisbiglio del Tempo.
C’è il sole fuori, forse proprio come allora, quando apparivi improvvisa, Firenze.
Tavoli come altari si stagliano a terra, tovaglie come vesti ricoprono i piani, la mise en place come un quadro di Giotto dipinge la sacralità del convivio.
Luce, immagini, calendula, l’aria è inebriata dai primi sapori di marzo, molecole volatili che risvegliano ricordi ancestrali dell’Autostoppista.
Al Ristorante Frescobaldi il Carpaccio è un antipasto che sembra un affresco. Con il suo colore intenso, figlio di un Pollock sceso inavvertitamente a Santa Maria Novella, riconduce ad un concetto di Tempo attuale, di Verità. Con questa portata non si possono fare imbrogli. Il suo segreto è nell’essere interamente svelato, nudo, come mamma l’ha fatto. Ingredienti semplici come: il Manzo (della Maremma), la fonduta di pecorino, la crema di patata viola e il tartufo (di San Miniato), non hanno bisogno di maschere, ma hanno necessità di fondersi qui e ora.
Questo piatto è la Primavera del Botticelli dell’enogastronomia.
Ad accompagnarlo, non poteva essere che una figura della mitologia greca, una delle ninfe marine, simbolo di sensualità e bellezza: Alìe delle Cantine Frescobaldi annata 2023. Rosé di Uve Syrah e Vermentino.
Un vino elegante dal colore rosa tenue, puro, con tenui riflessi rubino, Al naso spiccano sentori fruttati e floreali come la pesca, la rosa e la peonia. Seguono sensazioni di erbe come timo e salvia. Al palato la rispondenza gusto-olfattiva è impressionante; si percepisce una meravigliosa freschezza unita alla sapidità. La Cantina Frescobaldi con questo millesimo celebra la sua decima vendemmia di Alìe.
Quante volte diciamo “ci vorrebbe una giornata di 48 ore”, perché non riusciamo a fare quello che amiamo veramente. In realtà, il mantra “non ho tempo” è la scusa di chi non ha il coraggio di tagliare le cose superflue. Io invece l’ho fatto, e con grande soddisfazione. Per esempio, mi sono reso conto che leggevo circa trenta libri all’anno, e calcolando una media di 300 pagine a un minuto l’una, sprecavo la bellezza di 9.000 minuti, ossia 150 ore.
Una volta alla settimana uscivo a mangiare la pizza, ma ordinandola a casa risparmio un’ora e mezza buona tra spostamenti e attesa: altre 78 ore annue. Il lunedì’ sera giocavo a padel con gli amici, li ho salutati e ho recuperato 3 ore per 52 settimane: 156 h. Idem con il film in lingua originale del martedì. Poi c’era il cane da portare fuori, l’ho scambiato per due pesci rossi. Non vado più dal barbiere (gioco forza) e mia mamma la sento per telefono. Non cucino più, ho preso il microonde e riempito il freezer. Alla fine, gratta oggi gratta domani, ho vinto un montepremi di 730 ore. Adesso sono felice: anche io, come tutti, ho le mie due ore giornaliere da dedicare ai social.
“I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.” U. Eco
LA RICETTA DELLO CHEF:
Mettete nel pentolino il pecorino grattugiato e versate il latte, il sale e l’acqua, lasciando cuocere a fuoco lento e amalgamando di continuo il composto con una frusta fino a portarlo a bollore in modo da evitare il formarsi di grumi. Una volta ottenuta la consistenza desiderata, che può essere resa più o meno densa a piacere aggiungendo altro latte, versate la crema bollente in un piatto fondo.
Sbucciate le patate, tagliatele a pezzi grossi e fatele lessare in abbondante acqua per circa 15 minuti.
Quando saranno cotte, scolatele e schiacciatele trasferendole in un altro tegame. Durante la cottura, le patate tenderanno ad assorbire molta acqua: è importante scolarle molto bene per ottenere un purè meno liquido e più cremoso nella consistenza. Unite alla purea di patate ancora calde l’olio, un pizzico di sale e la noce moscata.
Impiattare il tutto disponendo le fettine di carpaccio su un piatto, aggiungere al carpaccio l’olio, il sale fonduta, crema di patate e le fettine di tartufo.