Scopri la differenza tra Tortano e Casatiello attraverso il racconto della chef Cristina Todaro, che condivide la ricetta pasquale tramandata dalla sua suocera napoletana di 91 anni. Una storia di tradizione, simboli e amore per la cucina.
Una ricetta, un simbolo, un racconto di famiglia. Attraverso la voce della chef Cristina Todaro
Come ricercatore di eccellenze, ho imparato che i piatti più autentici non si trovano nei ristoranti stellati o nelle grandi cucine patinate, ma nelle mani di chi sa cucinare con amore e memoria. Ed è proprio in uno di quei momenti, mentre parlavo con Cristina Todaro, chef meravigliosa, che ho ricevuto uno dei racconti più sinceri e profondi di questo tempo pasquale.
Parlavamo di tradizione, di cibo che unisce, e ad un certo punto Cristina si è lasciata andare, raccontandomi della sua suocera Maria, 91 anni, napoletana verace, e di ciò che ogni anno accadeva nella sua famiglia. Mi ha raccontato senza retorica, con l’emozione che si avverte solo quando si tocca qualcosa che ha valore. E poi, con grande generosità, mi ha inviato questo testo e la ricetta della sig.ra Maria, che ora condivido con voi, perché il Tortano o Casatiello, prima di essere una ricetta, è una storia da tramandare:
TORTANO O CASATIELLO La differenza sta nelle uova: all’interno tagliate nel primo, sopra — esterne — con una croce di pasta nel secondo…
Sì, una croce. Che riporta a un simbolo religioso, cristiano.
Casatiello
In entrambi i casi questa ciambella ha origini antichissime: si parla dei Greci ma anche dei Romani, menzionando le Sacerdotesse di Cerere, dedite alla preparazione di una simil focaccia farcita di ogni bene, quando arrivava la Primavera. Una ricetta tramandata nei secoli fino ai nostri tempi…
Nella tradizione familiare, il Casatiello — come racconta mia suocera Maria, napoletana doc di 91 anni — nella sua famiglia veniva fatto sin dai tempi antecedenti ai suoi ricordi…
Sua nonna prima, sua mamma poi, si sono tramandate la ricetta che lei stessa ha poi trasmesso a noi di Ciociaria&Cucina.
Racconta di un forno a legna in giardino, dove la domenica si faceva il pane, e nel periodo pre-pasquale sua mamma cuoceva Casatielli per ogni familiare, in segno di dono e augurio.
La consegna di questa ricetta è per me un grande regalo, un’eredità d’amore da custodire nel mio quadernino.
Non ho toccato quasi nulla, se non adattare le quantità al mio “ruoto” — così si chiama il contenitore di alluminio dove deve esser cotto il Casatiello.
Mentre leggevo queste parole, sentivo il calore di una cucina vera, di quelle dove si chiacchiera mentre si impasta, dove il profumo del pane invade ogni angolo della casa. E ho capito che Cristina Todaro non è solo una chef di tecnica impeccabile, ma una custode di gesti antichi, una voce che sa raccontare la cucina come atto d’amore.
E allora non resta che augurare a tutti una Pasqua piena di sapore, ricordi e persone care. Che sia Tortano o Casatiello, poco importa: ciò che conta è il cuore con cui lo si prepara.